E’ arrivato il Natale! Che meraviglia! Per me è la più bella festa dell’anno!
Già da parecchi giorni la città si è riempita di luminarie, le vetrine dei negozi traboccano di addobbi, il rosso e l’oro diventano i colori più diffusi ovunque, persino il freddo sembra più allegro, gli occhi dei bambini splendono di gioia, tutti ci sentiamo più generosi e la voglia di rivedere le persone amate diventa impellente. Una festa che ci travolge tutti, inesorabilmente! E, alla fine di un mese che invita alle più liete aspettative, tutta la frenesia culmina nel pranzo di Natale.
E invece, a questo punto, alcuni di noi avranno sentito il sorriso spegnersi sul viso.
Perché il pranzo di Natale, quello che dovrebbe essere il momento più bello di tutto il periodo, per qualcuno diventa un avvilente percorso ad ostacoli?
Facciamo un esperimento: proviamo a riflettere sui nostri ultimi pranzi di Natale?
Dunque: abbiamo preparato un pensierino per tutti, abbiamo coperto la tavola con la tovaglia più bella e abbiamo cucinato le leccornie più prelibate, abbiamo pensato ai centrotavola e ai segnaposto, abbiamo invitato i parenti più stretti e anche le persone che magari si troverebbero da sole in una giornata in cui stare soli è inaccettabile. Ci sembra di aver pensato a tutto e che niente potrà andare storto.
La nostra allegria è al massimo quando, alla fine, suona il campanello e gli invitati cominciano ad arrivare.
Ecco la parente anziana che si presenta con un muso da manuale. Non è ancora entrata e già capisci che le prossime saranno ore difficili e complicate, che i prossimi saranno giorni di recriminazioni e offese in cui dovrai scusarti di tutto e di niente, ma il bello è che tu non capisci nemmeno cosa possa essere successo. D’altronde lei è fatta così e tu lo sai benissimo: niente la rallegra. Anzi sembra che più le persone intorno a lei sono felici più lei si rabbui.
Arriva poi la parente che, ogni volta, si porta un nuovo “amico”. Ogni anno, e ad ogni occasione, ne porta uno diverso. Il guaio è che lei pretende che tu gli faccia un regalo e che lo tratti con familiarità, ogni volta come se fosse la prima, e tu sai perfettamente che, anche se l’ennesimo nuovo amico sembra simpatico e gentile, non lo rivedrai mai più. Nei casi peggiori sei costretta a fingere una simpatia che non provi e nei migliori, se invece la simpatia è genuina, diventa difficilissimo trattenerla e evitare di affezionarti.
Poi arriva la parente che vedi solo alle feste. Sai già che non ti telefonerà mai durante l’anno, nemmeno per chiedere come stai. Magari ha anche un bambino, sapete, quelli terribili che saltano con le scarpe sul divano di seta candida, urlano in continuazione, tirano la coda al gatto, rovesciano coca cola e gelati rendendo i pavimenti schifosamente appiccicosi, rompono i bicchieri e pestano i piedi a tutti e tu devi sorridere e fingere di nulla perché, sapete, lui è un amore di vivacità!
E poi c’è il simpaticone: il parente che racconta barzellette a raffica. Sempre le stesse anno dopo anno, qualche volta, o spesso, inopportune o di pessimo gusto. Tocca poi sempre a noi stemperare gli animi quando qualcuno si risente o si offende senza che il “simpaticone” se ne sia minimamente accorto.
C’è il parente che inevitabilmente parla di politica o di calcio e che, ogni anno, innesca discussioni accesissime con l’altro parente inesorabilmente di idee opposte. La discussione prende ogni volta toni eccessivi e sgradevoli e nessuno dei due cede. E noi? Ci stampiamo un sorriso fisso sul volto e intratteniamo garrulamente gli altri trattenendo eroicamente irritazione, sdegno e pensieri omicidi!
E c’è il parente che, dopo aver demolito con gran soddisfazione per anni brasati e arrosti, arriva e… è diventato vegetariano! Peccato che nessuno lo sapeva: panico! E adesso cosa gli offriamo?
E quello che non regge l’alcool? E quello che qualunque manicaretto tu abbia cucinato la sua mamma, buonanima, la cucinava incommensurabilmente meglio?
Quando poi alla fine tutti se ne vanno e tu crolli, stanchissima e piuttosto mortificata in sovrappiù scopri che tuo marito è inviperito e, per l’ennesima volta, attacca con le solite recriminazioni: cosa ti è venuto in mente di organizzare una cosa simile, lo fai sempre tu e gli altri non contribuiscono in nulla, lui vorrebbe per una volta stare solamente con te e i vostri figli, finisce sempre così, … Uffa!
Il pranzo che avevi preparato con tanta gioia, illudendoti che sarebbe stata la festa gioiosa della famiglia, il momento per sentimenti delicati e teneri, per scambiarsi affetto e pensieri gentili, ecco, diventa l’occasione per sfoderare ostilità repressa, prepotenza sopita e antiche e mai dimenticate recriminazioni, insomma, una fatica e una delusione. Ancora una volta.
Per affrontare al meglio un simile cimento, evitando di soccombere, che cosa possiamo fare? Ma chiediamo aiuto, subito, al nostro grande amico dott. Bach!
Tanto per cominciare prepariamo, immediatamente, il mix di Fiori adatto a questo momento per noi stesse!
Tutti gli anni ci accade una cosa simile? Tutti gli anni ci diciamo “Ma come ho fatto a dimenticarmene? L’anno venturo mi guarderò bene dal propormi!” e poi tutti gli anni, chissà come ci ritroviamo in questo guaio? Ma benissimo! Ci serve Chestnut Bud! Il rimedio per le persone che continuano a ripetere le stesse esperienze e sembra che non imparino dalle lezioni. E magari anche Clematis per le persone poco in contatto con la realtà, per i sognatori. E anche Centaury per le persone gentili, che si preoccupano eccessivamente di accontentare gli altri. Oppure Vervain per gli idealisti troppo entusiasti. Magari servirà anche Beech per le persone che, come diceva il dott. Bach, avvertono la necessità di vedere più bellezza e più bontà in tutto ciò che li circonda e che, se ciò non accade, si ritrovano a criticare i “difetti” degli altri.
Ditemi che non vi è capitato nemmeno una volta! Potreste aver bisogno anche di Elm il rimedio per persone normalmente in grado di svolgere bene il loro compito ma che, in alcuni casi, sentono di aver intrapreso un compito troppo difficile o faticoso. Potreste aver bisogno di Walnut il rimedio che protegge dalle influenze esterne e che vi darà la possibilità di sorvolare su tutti gli eventi antipatici che potrebbero capitare senza sentirvene avviluppati e travolti.
E per i nostri ospiti? Prepariamo una ciotola di vetro trasparente, la riempiremo d’acqua e aggiungeremo 2 gocce di ciascun rimedio, al massimo 7 rimedi diversi, che pensiamo possano aiutare in un frangente simile. Posizioneremo la ciotola con i rimedi su di un mobile alto in modo che nessuno possa rovesciarla e magari che nessuno possa notarla. Potremmo anche aggiungere il mix di Fiori che abbiamo scelto nelle vaschette d’acqua sui caloriferi oppure in un flaconcino spry e, all’occorrenza, spruzzarlo in giro.
Potremmo mettere Holly, il rimedio per le persone che dentro di sé possono soffrire molto, spesso senza che esista una causa reale alla loro infelicità e che, se sono in fase negativa possono provare addirittura sentimenti di invidia o di gelosia o di sospetto. Possiamo aggiungere Beech, di cui abbiamo parlato sopra, per le persone che criticano tutto e tutti. Possiamo provare con Chicory per le persone che si preoccupano troppo delle esigenze altrui e che per questo correggono tutto quello che viene fatto. Utilizziamo Heather per le persone che hanno uno spasmodico bisogno di discutere sempre e soltanto dei propri problemi con gli altri. Willow andrà bene invece per le persone che si sentono eternamente vittime, infine Vine è il Fiore adatto per le persone che amano impartire lezioni e pretendono che ogni cosa venga fatta secondo le loro direttive.
Tenete inoltre in un posto facile da raggiungere un flaconcino di Rescue Remedy, meglio se nel formato spry che è più semplice da usare, nel caso le cose dovessero malauguratamente precipitare.
Vedrete: grazie al dott Bach quest’anno riusciremo a ricreare la magia del Natale in casa nostra, per noi, per la nostra famiglia e per i nostri ospiti! Quest’anno sarà davvero un Natale sereno!
Con i miei più affettuosi auguri di Buon Natale!
Maria Chiara Verderi
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