Avventura notturna con cane

La mia amica Camilla ha postato una riflessione sulla sua deliziosa cagnolina Lila.

Potete leggerla qui:

 

 http://www.fioriarcani.it/2016/05/24/un-piccolo-grande-cane/?platform=hootsuite

 

Questo mi ha fatto pensare al mio cagnone di quando era ragazza e di come sia frequente che gli animali vengano etichettati in modo facile e superficiale.

Avevo un grosso lupo alsaziano da ragazza.

Era buono e amichevole con tutti, un cane adorabile!

Gli amici, quasi tutti, mi prendevano in giro perchè giocava e faceva le feste fiducioso a tutti. Loro sostenevano che fosse troppo fiducioso: amava i bambini, si faceva sbrindellare il naso dai gatti e l'ho visto scappare come una lepre, lui così grosso, inseguito da uno yorkshire urlante!

I miei amici dicevano che era "stupido", che era un cane inutile, che avrei dovuto mandarlo da un addestratore perchè, in caso di pericolo, non dico che non ci avrebbe aiutato ma addirittura non si sarebbe nemmeno accorto del pericolo!

 

 

Ebbene, una sera, come al solito, lo portai ai giardinetti prima che in famiglia andassimo tutti a letto. Avevo 16 anni, ero da sola ed era il periodo dell'"austerity" in cui si cercava di risparmiare energia riducendo l'illuminazione notturna nelle città.

Ero ferma sotto un lampione, nella notte buia, lui chissà dove, partito a razzo a inseguire chissà quali odori interessantissimi. Attendevo che tornasse dopo aver fatto pipì quando mi si avvicinò un uomo ubriaco che chissà, vedendomi da sola, cosa aveva capito. L'uomo cercò di trascinarmi via con sè, barcollando e biascicando parole inintelleggibili e gettandomi in un muto terrore.

A quel punto, inaspettatamente, dal buio comparve... il Mastino dei Baskerville: una belva enorme e ringhiante, pelo irto, occhi di fuoco e bava alla bocca, che tra urla agghiaccianti con un balzo disumano saltò addosso all'uomo fissandolo con occhi folli e con i denti che gli sfioravano il naso.

L'uomo, urlando come un ossesso, fuggì a gambe levate ed io mi ritrovai libera da lui ma preda di quel mostro con pelo irto e fauci piene di denti: dalla padella nella brace!

Poi l'animale selvaggio, che aveva spaventato alla morte anche me, pian piano, rabbrividendo si calmò e si girò, guardandomi con amore e quasi scusandosi: era lui, il mio cagnolone, lo "stupido"! Dopo un attimo di muto sbalordimento ripartì al galoppo e tornò, festante e allegro come al solito con un gran sasso in bocca che scaricò ai miei piedi. Era ancora il mio cagnolone adorato, saltellante come se non fosse successo nulla che mi guardava con il suo solito muso tenero e buffo e una frase negli occhi: "Dai! Giochiamo???? Ti prego! Ti prego! Ti prego! Dai! tira il sasso. Sù!"

I cani hanno un cuore grande, che siano piccolini e grossi, hanno anche un'intelligenza acuta che, forse, noi umani non comprendiamo appieno, convinti come siamo di essere la "razza superiore". Facciamo fatica a comprendere modi differenti di vivere e di relazionarsi, scambiamo erroneamente la gentilezza e la fedeltà con la stupidità, le dimensioni con il valore, l'onestà con la dabbenaggine. Compiamo errori clamorosi e nemmeno ce ne rendiamo conto.

Un uomo, ben più grande di me, diceva che tre parole dovrebbero guidare la nostra vita: "Simplicity, Humility, Compassion" . Chissà se un giorno ce la faremo?

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