In coda al supermercato... ovvero i capricci

di Maria Chiara Verderi

© Arabella Salvini
© Arabella Salvini

Sono in fila al supermercato e davanti a me c’è una signora con un carrello stracolmo e due bambini. Il bambino più piccolo seduto nel seggiolino del carrello è congestionato a forza di piangere, il fratellino più grandicello corre dappertutto dando spintoni alle altre persone in fila e la loro mamma è sudata e nervosissima.

Sono molto nervosa anch’io, è tardi, ho un mucchio di impegni, tutti improrogabili. Le persone intorno protestano e si indignano per l’evidente incapacità della povera mamma di tenere a freno i suoi bambini. La cassiera fa del suo meglio ma, in una situazione simile, le cose vanno per forza a rilento.

 

Senza farmi troppo notare mi spruzzo un po’ di Rescue Remedy e così riesco a osservare come vanno le cose intorno a me senza farmi prendere dalla tensione generale.

Cosa avrebbe fatto il Dott. Edward Bach in un frangente simile?

Oh! probabilmente si sarebbe messo in disparte e avrebbe osservato i comportamenti delle persone intorno a lui. Allora, vediamo: quasi quasi ci provo anch’io!

 

Respiro profondamente, accantono la fretta per un momento e mi guardo in giro.

Il bambino più piccolo seduto nel seggiolino del carrello piange disperatamente, allunga le braccia verso la sua mamma che, in quel momento, non può proprio dedicargli tutta l’attenzione che lui richiede. Il bambino guarda solo la sua mamma, è completamente orientato e teso verso di lei, appena riesce ad afferrarle una mano se la porta al visino e tira con tutte le sue forze.

Il bambino più grandicello, avrà 5 o 6 anni, corre dappertutto travolgendo tutto ciò che gli si para davanti. A nulla valgono i deboli richiami della madre.

La signora dietro di me è indignata e deplora il modo di educare i bambini di oggigiorno: “…ai miei tempi…!

 

Alla fine, per fortuna tutto arriva sempre a una fine, la signora paga la spesa, racimola carrello e bambini e, mormorando parole di scusa se ne va.

Per poter scegliere i Fiori più opportuni è indispensabile fare domande e confrontarsi con le persone che stanno provando gli stati emotivi in prima persona quindi, in questa storia, è difficile assegnare un Fiore a ciascun personaggio ma… vogliamo provarci?

 

Il bambino piccolo potrebbe aver bisogno di Heather il Fiore “per coloro che cercano sempre compagnia, …, si sentono molto infelici se devono restare soli a lungo”. Oppure di Cicory in cui l’amore per le persone amate, se è in aspetto negativo, è tale da spingere a far ricorso a piccoli ricatti affettivi.

Considerato poi che il bambino è in uno stato di grande sofferenza e disperazione potrebbe avere anche bisogno di Willow per coloro che … trovano difficile accettare il proprio destino senza proteste … inoltre sono convinti di non aver meritato una prova così severa, la ritengono ingiusta e si sentono amareggiati”. Non dimentichiamo che il Dott. Bach riteneva che gli stati emotivi debbano soltanto essere riequilibrati e non eliminati, perché in ciascuno di essi c’è sempre una qualità positiva da coltivare e da valorizzare!

 

Il bambino più grande apparentemente sembrerebbe un prepotente, un piccolo tiranno, potrebbe quindi aver bisogno di Vine. Nell’aspetto positivo Vine è il magnifico condottiero, il leader, la guida illuminata. Un bambino con questa qualità è prezioso, non dobbiamo quindi punirne le espressioni ma solo guidarlo a conoscersi e a non esasperarle.

La mamma è in evidente stato Elm “… vi sono periodi in cui queste persone possono sentirsi avvilite e scoraggiate, perché hanno la sensazione che il compito intrapreso sia troppo difficile e non rientri nelle possibilità di un essere umano”. È il Fiore per gli stati di sovraccarico, quando sembra che tutto sia davvero “troppo” e che, sebbene di solito si sia in grado di svolgere i compiti che la vita richiede, in certi frangenti si ha l’impressione di non farcela proprio più.

 

E le persone che osservavano (e giudicavano)? Io avrei avuto bisogno di Impatiens il Fiore per le persone che faticano a tollerare i tempi più lenti degli altri e si irritano se sono costretti a farlo. Ma nel Rescue Remedy, il “Rimedio di pronto soccorso” che ho sempre con me, Impatiens è compreso, infatti è proprio grazie a quello che mi ero immediatamente tranquillizzata!

E la signora indignata, quella che declamava “…ai miei tempi” dietro di me? Avrebbe bisogno di Beech! Viene definito il Rimedio per le persone che criticano sempre gli altri. Bene, pensate come il Dott. Bach definiva i “criticoni”: “coloro che avvertono la necessità di vedere più bontà e bellezza in tutto ciò che li circonda e, anche se molte cose non vanno, riescono a scorgere quanto di buono vi è in potenza. Per questo sono più riflessivi, indulgenti e tolleranti e mostrano maggiore comprensione per i vari modi in cui ogni individuo e tutte le cose tendono alla perfezione suprema”. Se il “criticone” è in fase positiva è così! È molto confortante, non è vero? Pensiamoci tutte le volte che ce ne capiterà uno davanti!

Il dott. Bach aveva capito che dietro ai difetti più antipatici si nascondono piccoli gioielli. Con grande saggezza e comprensione della natura umana diceva: “Non dobbiamo lottare contro l’errore, ma dobbiamo lasciarci investire da un flusso così intenso della virtù ad esso contraria, che sia in grado di spazzarlo via